“La nascita di un figlio – specialmente del primo – costituisce un evento centrale nella vita di una donna, in egual misura miracoloso e traumatico, colmo com’è di emozioni indimenticabili … la natura estrema di questa esperienza fa del parto una transizione psicologica, un evento in cui si è messe alla prova, un rituale che imprime una profonda svolta nella vita di una donna” [D.N. Stern, Nascita di una madre].
Pochi giorni dopo essere tornata a casa dall’ospedale con il mio bimbo, mio marito ha trovato un pacchetto nella cassetta delle lettere. C’era un pensiero per Tommaso e un biglietto con scritto: “Quando nasce un bambino, nascono anche due genitori, auguri maestra Manu”. Un mio alunno, nella sua delicata dolcezza, ha pensato a noi e ha espresso con tanto candore il pensiero dello psicoanalista Stern. Inutile dire la commozione con cui ho gioito di questo gesto di affetto anche perché è stato un rimando al presente, un campanello per risvegliarmi al qui ed ora.
Forse anche a voi neogenitori come me è capitato di farvi prendere dal vortice delle cose da fare per accudire il vostro cucciolo, tutti affaccendati tra cambi pannolini, allattamento, coliche, bagnetti, ci aggiriamo per la casa indaffarati vivendo in maniera automatica questi momenti che sono unici, epocali nella costruzione della relazione con il bambino reale, non più quello immaginato con cui parlavamo quando era nella pancia. Per ognuno è diverso, dipende anche da come abbiamo vissuto la gravidanza, da come è andato il parto, ma per tutte/i, prima o dopo, arriva il momento in cui consapevolmente abbiamo guardato negli occhi il nostro bambino e gli abbiamo detto:
“Sei tu, sei tu il piccolo a cui ho raccontato la mia giornata, cantato canzoni, fatto carezze per 9 mesi. Io sono la tua mamma/ Io sono il tuo papà”.
E magari, cara nemamma o caro neopapà è scivolata anche qualche lacrima per l’emozione di stare con il nostro bambino tra le braccia, riconoscendo in lui/lei il miracolo della vita. Si tratta di un tempo così carico di emozioni che si esprimono tanto prepotentemente che è meraviglioso poter stare ad ascoltarle anche se non sempre sono piacevoli. Alla gioia si accosta il senso di inadeguatezza, all’eccitazione si accompagna la paura e vivere questo cambiamento con poche ore di sonno alle spalle e una rivoluzione nella propria routine non è sempre uno spasso! È necessario, però, provare a ritagliarsi degli spazi per sé, perchè come ricorda Thich Nhat Hanh: “Se non sappiamo come prenderci cura di noi stessi e amarci, non possiamo prenderci cura di chi amiamo”.
Ancora una volta la pratica ci viene in aiuto. Senza giudicarti e senza aspettative esagerate, puoi praticare quotidianamente con il tuo bimbo, questo sarà un aiuto per te, per radicarti nel presente e prenderti cura di te e nello stesso tempo per il tuo bambino per offrirgli la tua totale presenza. Ecco alcune idee mindful per crescere con il tuo bambino, infine se ti va, ascolta il mio audio e pratica con me e Tommaso.
– ogni volta che piange e non capisci se sia per fame, coliche o sonno, fermati, fai un respiro profondo, sorridi e affronta la crisi con la certezza che insieme la risolverete. Nota il tono della tua voce e del suo pianto, osserva che emozioni e pensieri suscita in te, infatti, più siamo consapevoli dei nostri moti emotivi più possiamo aiutare il nostro piccino.
– quando lo tieni in braccio per farlo addormentare o quando lo allatti posa il tuo sguardo sui suoi occhi, sorridigli e dedicati a lui, lasciando da parte cellulare, giornale o tv.
– ascolta il tuo respiro quando condividete le varie routine, il bagnetto, il cambio pannolino, la poppata e nota le variazioni del suo e tuo respiro.
– pratica con me e Tommaso tenendo in braccio il tuo tesoro, ecco il link per ascoltare la traccia: https://soundcloud.com/manuela1982/mindfulness-baby.
Enjoy!