Perché praticare mindfulness scuola? Benefici per studenti e insegnanti

Pratico mindfulness a scuola, attraverso progetti dedicati e nella mia stessa classe, da circa tre anni. L’introduzione della mindfulness a scuola, come ho spesso scritto nel mio sito, ha rivoluzionato completamente il mio lavoro di insegnante. La pratica crea una routine che ha come obiettivo centrale il prendersi cura: dedichiamo un momento per il benessere dell’intera classe e per seminare le qualità dell’ascolto, della gentilezza, della presenza. Sembrano finalità complesse, tanto che alcuni rimangono perplessi sulla possibilità di condividere la pratica con i bambini più piccoli, per esempio della prima classe della primaria. In realtà queste qualità fanno parte del nostro essere umani. La mindfulness è una capacità naturale di prestare attenzione con curiosità al momento presente senza giudicarlo; pertanto non esiste un momento specifico e adeguato per iniziare a condividerne l’esercizio con i più piccoli, certamente esistono modalità più adatte a seconda delle fasce d’età.

Credo che la scuola sia un luogo privilegiato in cui proporre questa esperienza, infatti, non sempre possiamo rispondere ai bisogni dei nostri alunni, ma tra questi ce n’è uno che non possiamo eludere, ossia la necessità di sperimentare relazioni aperte, interessate e amorevoli. La pratica sostiene questa intenzione allenando empatia, concentrazione e gentilezza. Una educazione ispirata alla mindfulness promuove l’ottimismo, migliora l’attenzione focalizzata e le funzioni esecutive (si tratta di un termine ombrello per definire le funzioni cognitive superiori che ci permettono di pianificare, trovare soluzioni ai problemi, organizzare, elaborare strategie. Queste aree cerebrali, inoltre, sono determinanti nella costituzione di una buona consapevolezza di sé, regolano il funzionamento del SNA, la regolazione emotiva e la capacità di rispondere invece di reagire impulsivamente), diminuisce i livelli di depressione e di aggressività, aiuta gli studenti a regolare lo stress e a calmarsi quando sono agitati, migliorando il loro controllo emotivo e i risultati scolastici. Un alunno che riesca a contenere le sue emozioni, infatti, riesce ad andare meglio anche a scuola.

Dall’altro lato, gli insegnanti che hanno partecipato ad un corso di mindfulness: hanno maggior senso di compassione per se stessi, mostrano inferiori livelli di stress e burnout, utilizzano più efficacemente le pratiche di insegnamento, mostrano un minore reattività e dimostrano migliore capacità nella gestione della classe. La pratica mindfulness suggerisce strumenti per migliorare la qualità dell’insegnamento e allena le capacità di flessibilità e resilienza che sono centrali per un buon insegnante. Del resto, le sempre più complesse richieste fatte ai docenti richiedono che essi stessi siano attrezzati per poter rispondere con efficacia all’ambiente scuola non solo a livello accademico, ma anche, e soprattutto, a livello emotivo e pedagogico.

A partire da queste considerazioni, nasce una nuova sfida per Crescere Mindful, perché dopo aver portato la pratica nelle classi, ho sentito il desiderio di condividere con i colleghi uno strumento efficace in grado di migliorare la nostra vita scolastica. Così, proprio ieri è partito nell’Istituto Comprensivo di Appiano Gentile “Mindful teachers”: un percorso pilota per i docenti, in cui praticheremo insieme per dedicarci uno spazio di benessere, potenziare le capacità di ascolto, cura e attenzione.  Nel primo incontro abbiamo sperimentato la potenza del respiro potendoci confrontare con un’attenzione curiosa e non giudicante.

Perché se davvero vogliamo lasciare una traccia attraverso la pratica… dobbiamo raccogliere sfide sempre più grandi! Grazie ai miei colleghi che non hanno esitato a starsene sul tappetino in compagnia del loro respiro!teachers