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Riapre la scuola: riapriamo la mente!

 È arrivato il primo giorno di scuola! Quanta emozione nel cominciare un percorso di scoperte e conoscenze, nel rivedere vecchi amici o trovarne di nuovi. Un’emozione che accompagna alunni, genitori e insegnanti.

Domani è un giorno di festa in cui conoscersi, ritrovarsi e partire per il viaggio dell’apprendimento! Iniziare con il piede giusto, si sa, è un buono modo per impostare il tragitto sia che si tratti della prima classe della scuola primaria, sia che tu debba affrontare la maturità o perché no la laurea.

Ma rimaniamo a settembre e proviamo a trovare qualche strategia mindful che ci possa accompagnare per il resto dell’anno scolastico.

Lo psicologo Daniel Willingham afferma che: “Potenziando il muscolo della nostra attenzione con la pratica della mindfulness, sviluppiamo la nostra abilità di concentrare la nostra consapevolezza dove vogliamo, così da filtrare le distrazioni. Più siamo concentrati più ci ricorderemo quello che studiamo”.

Poiché la pratica della mindfulness è una componente essenziale per sostenere le nostre capacità attentive, ecco alcuni suggerimenti per introdurla facilmente nella tua quotidianità.

1. Mindful break. Una buona abitudine, prima di sederti a studiare, è quella di spendere qualche minuto ad ascoltare il tuo respiro, nota com’è, osserva le sensazioni del tuo corpo, entrare nel presente calma la mente e nutre la tua attenzione. Se come mei sei un’insegnante, proponi alla tua classe di sperimentare un mindful break prima di iniziare un nuovo argomento, una verifica o quando siete tutti un po’ stanchi. Ricorda che la nostra attenzione ha dei cicli di circa 45 minuti, trascorso questo tempo è utile fermarsi e riossigenare il cervello!

2. Stabilisci le tue intenzioni. Perché stai studiando? Per il voto? Per la verifica? Per non fare figuracce? Per formarti ad un lavoro che desidereresti fare? Forse non sarà una buona notizia… ma più ti concentri sul risultato invece che sul processo, più la performance ne risente. Per farti capire cosa intendo, musicisti e cantati esclusi, pensa a come sei soddisfatto delle tue performance canore sotto la doccia e confrontale con l’ultima volta in cui ti sei concesso di cantare in pubblico. Per farla breve, quando studi, studia e basta, goditi l’apprendimento anche quando stai affrontando una materia che non ti appassiona, chissà forse potresti persino cambiare idea.

3. Prova così:

stabilisci dei tempi: usa dei timer per suddividere il tuo studio in intervalli di 40-45 minuti e poi fermati per una merenda sana, un po’ di esercizio fisico…

spostati e non studiare sempre nella stessa stanza, a differenza di vecchi studi, recentemente è emerso come elementi dell’ambiente circostante siano dei facilitatori per ricordare quanto studiato. Per esempio potresti collegare l’equazione che hai svolto in giardino al canto degli uccellini e ripensare al paragrafo di storia mentre in salotto c’era il profumo dei biscotti appena sfornati.

mischia le materie: non è necessario studiare le 20 pagine di filosofia tutte di seguito, puoi intervallarle facendo gli esercizi di grammatica o rispondendo al quiz di inglese. Mixare le materie infatti ne facilita il ricordo ed evita di annoirasi.

– riguarda quanto hai già fatto, è normale dimenticarsi di un compito eseguito la settimana precedente, ma porsi delle domande a riguardo per poi ricercarne la risposta aiuta a riconoscere quanto si ricorda e quanto va rispolverato.

tieni a bada l’ansia con la pratica: la mindfulness non fa svanire l’ansia per le verifiche, ma ti aiuta ad attraversarla senza farti prendere dal vortice.

 

Infine l’ultimo pensiero. Inizia un anno scolastico, non una guerra contro libri e compiti! Roddy Gibbs descrive l’apprendimento come una danza, sei tu in coppia con la scuola, la classe, le discipline. Goditi il viaggio dell’apprendere e di conseguenza del crescere e del cambiare!

Buon inizio anno! Stay mindful this year!

 

 

Respiro con te: pratica per neogenitori

piedini

“La nascita di un figlio – specialmente del primo – costituisce un evento centrale nella vita di una donna, in egual misura miracoloso e traumatico, colmo com’è di emozioni indimenticabili … la natura estrema di questa esperienza fa del parto una transizione psicologica, un evento in cui si è messe alla prova, un rituale che imprime una profonda svolta nella vita di una donna” [D.N. Stern, Nascita di una madre].

 

Pochi giorni dopo essere tornata a casa dall’ospedale con il mio bimbo, mio marito ha trovato un pacchetto nella cassetta delle lettere. C’era un pensiero per Tommaso e un biglietto con scritto: “Quando nasce un bambino, nascono anche due genitori, auguri maestra Manu”. Un mio alunno, nella sua delicata dolcezza, ha pensato a noi e ha espresso con tanto candore il pensiero dello psicoanalista Stern. Inutile dire la commozione con cui ho gioito di questo gesto di affetto anche perché è stato un rimando al presente, un campanello per risvegliarmi al qui ed ora.

Forse anche a voi neogenitori come me è capitato di farvi prendere dal vortice delle cose da fare per accudire il vostro cucciolo, tutti affaccendati tra cambi pannolini, allattamento, coliche, bagnetti, ci aggiriamo per la casa indaffarati vivendo in maniera automatica  questi momenti che sono unici, epocali nella costruzione della relazione con il bambino reale, non più quello immaginato con cui parlavamo quando era nella pancia. Per ognuno è diverso, dipende anche  da come abbiamo vissuto la gravidanza, da come è andato il parto, ma per tutte/i, prima o dopo, arriva il momento in cui consapevolmente abbiamo guardato negli occhi il nostro bambino e gli abbiamo detto:

“Sei tu, sei tu il piccolo a cui ho raccontato la mia giornata, cantato canzoni, fatto carezze per 9 mesi. Io sono la tua mamma/ Io sono il tuo papà”.

E magari, cara nemamma o caro neopapà è scivolata anche qualche lacrima per l’emozione di stare con il nostro bambino tra le braccia, riconoscendo in lui/lei il miracolo della vita. Si tratta di un tempo così carico di emozioni che si esprimono tanto prepotentemente che è meraviglioso poter stare ad ascoltarle anche se non sempre sono piacevoli. Alla gioia si accosta il senso di inadeguatezza, all’eccitazione si accompagna la paura e vivere questo cambiamento con poche ore di sonno alle spalle e una rivoluzione nella propria routine non è sempre uno spasso! È necessario, però, provare a ritagliarsi degli spazi per sé, perchè come ricorda Thich Nhat Hanh: “Se non sappiamo come prenderci cura di noi stessi e amarci, non possiamo prenderci cura di chi amiamo”.

Ancora una volta la pratica ci viene in aiuto. Senza giudicarti e senza aspettative esagerate, puoi praticare quotidianamente con il tuo bimbo, questo sarà un aiuto per te, per radicarti nel presente e prenderti cura di te e nello stesso tempo per il tuo bambino per offrirgli la tua totale presenza. Ecco alcune idee mindful per crescere con il tuo bambino, infine se ti va, ascolta il mio audio e pratica con me e Tommaso.

– ogni volta che piange e non capisci se sia per fame, coliche o sonno, fermati, fai un respiro profondo, sorridi e affronta la crisi con la certezza che insieme la risolverete. Nota il tono della tua voce e del suo pianto, osserva che emozioni e pensieri suscita in te, infatti, più siamo consapevoli dei nostri moti emotivi più possiamo aiutare il nostro piccino.

– quando lo tieni in braccio per farlo addormentare o quando lo allatti posa il tuo sguardo sui suoi occhi, sorridigli e dedicati a lui, lasciando da parte cellulare, giornale o tv.

– ascolta il tuo respiro quando condividete le varie routine, il bagnetto, il cambio pannolino, la poppata e nota le variazioni del suo e tuo respiro.

– pratica con me e Tommaso tenendo in braccio il tuo tesoro, ecco il link per ascoltare la traccia: https://soundcloud.com/manuela1982/mindfulness-baby.

Enjoy!

Mamme in attesa e pratica mindfulness

Venerdì scorso ho chiuso la porta del mio studio consapevole che la prossima volta che ritornerò a lavorare sarà senza la pancia. Quando si arriva al nono mese si è presi dall’ambivalenza di voler vedere il proprio fagottino e il dispiacere di lasciarlo andare, sapendo che questa sarà la prima di una serie di separazioni che affronteremo insieme. Questi momenti sono davvero meravigliosi ed emotivamente intensi, così, ho ripensato a come la pratica mi sia stata di aiuto nell’affrontare questo splendido viaggio e vorrei condividere con voi qualche accorgimento che ho portato con me in questi mesi e che credo mi sarà utile anche in sala parto!

maternita

Recenti ricerche indicano come la pratica Mindfulness possa diminuire i livelli di ansia durante la gravidanza tanto che, presso l’università della California a San Francisco, è attivo un programma (Mindfulness-Based Childbirth and Parenting (MBCP)) a sostegno delle mamme proposto da Nancy Bardacke e che sta divenendo sempre più apprezzato.

Proviamo allora a considerare come possiamo fare attenzione ad alcuni aspetti durante la nostra gravidanza.

1. Rallenta: la gravidanza induce numerosi cambiamenti nel nostro corpo fin dal primo trimestre. Alcune variazioni sono comuni altre meno e ciascun corpo reagisce in modo proprio. Quello che è certo è che ci accorgiamo di come il nostro corpo, il nostro umore e persino i nostri pensieri si modifichino. Ecco perchè la gravidanza può diventare l’occasione per rallentare e gestire diversamente il tempo, spesso anche perchè proprio il nostro fisico ce lo impone. In fondo siamo “in attesa” e questo può essere un grande momento per esercitare la pazienza e apprezzare la possibilità di andare lentamente; i momenti carichi di cose da fare, tra pannolini, latte e bagnetti non mancheranno perciò prendiamoci il nostro tempo finchè è ancora possibile! Infatti meno siamo agitate più il nostro bambino assorbirà e farà sua la nostra calma.

2. Ascoltati: prenditi degli spazi per stare seduta, respirare e notare come stai, quali pensieri, paure, immagini mentali emergono. La gravidanza è un cammino verso la nascita, di un bambino, di una madre, di un padre, di un nuovo equilibrio in famiglia. È normale che arrivino emozioni contrastanti e che ci sia anche  l’illusione di poter tenere tutto sotto controllo, per esempio leggendo tutto quello che c’è da sapere su alimentazione, parto, allattamento ecc… Informarsi su cosa accade nel tuo corpo, su come prenderti cura di te e del tuo bambino, sapere e scegliere i servizi sanitari offerti nella tua zona è importante, ma non scordare di lasciar libero sfogo alle emozioni, fantasie e idee. Trovare degli spazi per scriverli, ma anche per condividerli con il futuro papa può aprire a nuove prospettive e aiuta ad imparare una qualità tipica della pratica e fondamentale nel parto: “il lasciar andare”.

3. Cura il sonno: come forse avrai notato più la gravidanza procede più varia il tuo sonno. Nel primo trimestre, per esempio, si può notare un aumento della sonnolenza, mentre soprattutto nell’ultimo, la gestione della pancia può essere faticosa per trovare una posizione comoda. Di solito viene suggerito di sdraiarsi sul fianco sinistro, mettendo dei cuscini (ne esistono di appositi per la gravidanza) tra le gambe a livello delle ginocchia e a sostegno della schiena. Stare su questo lato non solo facilita la digestione, ma ossigena meglio la placenta. Concediti dei piccoli sonnellini dopo pranzo e quando il tuo bimbo sarà nato, lascia perdere i pavimenti o la pigna di panni da stirare, approfitta di quando dorme per riposarti e se hai già preso questa abitudine in gravidanza potrai continuarla più facilmente dopo. Nei momenti di insonnia, invece, può esserti utile praticare un body scan o l’ascolto del respiro, queste pratiche possono aiutarti a rilassarti e ad addormentarti. In alcuni casi per me è stato molto utile ricorrere alla meditazione camminata, soprattutto quando la ritenzione idrica e la lassità dei nervi hanno causato dei dolori muscolari difficili da sopportare.

4. Fai attività fisica: durante la gravidanza ho continuato a praticare yoga, ho abbandonato l’ashtanga yoga (troppo dinamico) e ho proseguito con delle lezioni di hatha yoga dalle quali la mia schiena ha tratto notevoli benefici. Ho trovato molto piacevoli anche le passeggiate che ho condiviso con mio marito, potendo anche utilizzare il momento dell’attività per stare insieme e confrontarci.  

5. Pratica mindfulness ovviamente! E continua a farlo anche quando il tuo bambino sarà nato questo può solo migliorare il tuo livello di calma, pazienza e presenza. Se ti va puoi ascoltare un mio audio per una breve pratica sul respiro e la gentilezza amorevole (pratica per mamme in attesa). L’attenzione al respiro ti sarà molto utile in travaglio, nel parto e durante i momenti più difficili del puerperio. Allenarsi nei mesi della gravidanza può essere di grande aiuto.

Un’ultima considerazione. Quando pratichiamo ci diciamo sempre che tutto cambia, va e viene e scopriamo di poter stare solo nel momento presente, ricordiamocelo anche nella gravidanza potendo tollerare di lasciare che le cose seguano il loro flusso, attendendo di avere tra le braccia il nostro piccino!

Buona pratica!

Settembre: tempo di ripresa, tempo di pratica mindfulness!

keep-calm

Con settembre, per la maggior parte di noi, sono finite le vacanze e abbiamo ripreso il lavoro. Forse qualcuno è contento di ritrovare i colleghi e i propri impegni, altri vorrebbero cambiare e per altri ancora la ricerca di un nuovo impiego diventa un vero e proprio lavoro a tempo pieno Oltre a noi adulti, anche i bambini e i ragazzi con settembre riprendono le loro attività. Infatti, come ho scritto sul primo post, dopo le vacanze, sulla pagina fb di Crescere Mindful, settembre, per chi lavora nella scuola e sicuramente anche per gli studenti, è come Capodanno! Inizia un nuovo anno e in questa nuova ripresa ci sono molte cose meravigliose: i racconti delle vacanze dei compagni e dei colleghi, mazzi di matite appuntite, il profumo dei quaderni nuovi, la lucentezza delle pagine dei libri nuovi…

Ma la ripresa o l’inizio (mi riferisco ai pulcini che iniziano la scuola dell’infanzia) di alcune routine, come alzarsi presto alla mattina o fare i compiti, possono essere una sfida per noi e i nostri figli. Alcune mattine possono partire con lotte, lacrime, mentre noi abbiamo fretta di uscire in tempo.

E se la mindfulness potesse aiutarci a iniziare la giornata in modo diverso? In modo meno stressante? Sappiamo che mindfulness significa vivere momento dopo momento con tutto ciò che c’è, ma anche coltivare delle intenzioni per poter accogliere le onde ritmiche della nostra esperienza. Proviamo, allora, a dedicare un po’ di tempo per capire come vorremmo che fossero le nostre mattine, giornate e serate alla ripresa della scuola e del lavoro per stabilire delle routine consapevoli e amorevoli.

Il buongiorno inizia… con la buonanotte!

Con le vacanze spesso cambiano i ritmi e si tende ad andare a letto più tardi. Proviamo a riassettarci pian piano sull’orario che più ci garantisce un riposo adeguato la mattina successiva, basta solo anticipare di 5 minuti ogni sera il momento in cui noi e i nostri bambini andiamo a dormire. Ma prima di coricarci non dimentichiamoci di preparare i vestiti per l’indomani, lo zaino, la merenda.

La sveglia

Durante l’estate mi capita che la mia routine di pratica si modifichi, mentre, con l’avvio dell’anno scolastico, mi alzo un po’ prima e inizio la mia giornata con un tempo che è solo per me: posso assaporare la colazione, godere del silenzio, ascoltare il mio respiro.

Compiti a casa

Incoraggiamo i bambini a scegliere uno spazio speciale in casa per fare i propri compiti, se è possibile, permettiamo loro anche di decorare la loro scrivania e gli organizzatori del materiale scolastico. Certo, questo, non eliminerà  tutte le battaglie per i compiti, ma avere il proprio spazio per lavorare può essere di aiuto per la concentrazione e l’apprendimento.

Tempo libero

Dopo una lunga giornata a scuola in cui i ragazzi hanno imparato cose nuove, hanno cercato di rispettare le regole scolastiche e di prestare attenzione agli insegnanti, i bambini hanno bisogno di un po’ di tempo per rilassarsi, ma anche noi, dopo un’intensa giornata di lavoro! Prima dei compiti o di iniziare qualsiasi altra attività, prendiamoci un po’ di tempo per uno spuntino, per colorare un mandala insieme, per un breve pisolino, per giocare all’aperto, per chiacchierare un po’ .

Routine della sera

Anche se i nostri figli crescono, le routine per andare a dormire sono importanti. Proviamo tutti, a qualsiasi età, a non usare strumenti tecnologici una mezz’ora prima di andare a dormire e concediamoci piuttosto di leggere un libro insieme, ascoltare della musica o ripensare insieme ai momenti piacevoli o più faticosi della giornata.

Buona domenica!

Sfruttiamo la domenica per ricaricarci! Non lasciamo, invece, che sia il giorno in cui la nostra mente si fa prender dallo sconforto perché l’indomani si ricomincia! Dedichiamoci del tempo da trascorrere insieme e per fare ciò che ci piace. Di solito, lascio il sabato all’organizzazione delle faccende per la settimana successiva, mi accerto di aver tutto ciò che serve, faccio scorta di verdura e frutta, magari cucino qualcosa di speciale e lo metto da parte per la settimana. Ma lascio la domenica per stare con i mie cari e andarmene in giro!

Non resta che augurare una buona ripresa tutti!

Assaporare le vacanze! Qualche riflessione per genitori mindful!

Crescere Mindful estate

In questa mattinata uggiosa, mentre accarezzo il mio pancione pregustando le vacanze… ho pensato ad alcune brevi riflessioni da condividere con voi per salutarci prima delle vacanze. Spesso pensiamo, pianifichiamo e fantastichiamo le vacanze estive dal 7 gennaio… e così quando arrivano siamo presi da storie che ci siamo raccontati per mesi e magari constatiamo che le cose non vanno proprio come avevamo in mente! Ma del resto questa non è una novità! e non è detto che debbano andare peggio, può andare meglio, ma con molta probabilità diversamente! A volte, poi, i cambiamenti dei ritmi dell’intera famiglia rendono le vacanze… una sorta di frullatore per i genitori e per i figli.

Ecco 10 idee per gestire soprattutto i momenti tesi, quelli in cui i battibecchi tra fratelli e sorelle, che finalmente possono condividere molto più tempo, diventano il vero motivo per il nostro sudore a dispetto del solleone!

1) Gioco di squadra! incoraggiate i vostri figli ad essere nella stessa squadra invece di competere uno contro l’altro. Questo significa che anche in una partita a dama, nonostante si sia comunque avversari si può imparare qualche mossa dall’altro e godersi la partita, mentre se organizzate una serata al bowling lasciate che i vostri figli siano una squadra contro i genitori… e questa volta sarete voi a dover elaborare la sconfitta!

2) Provate a risolvere insieme i problemi. Suggeriamo sempre ai bambini di provare a trovare un accordo tra loro, insegnare loro l’arte del compromesso significa istradarli alla gestione del problem solving. “Se volete fare un gioco o vedere un dvd insieme, prima cercate di trovare un accordo”, certo, inizialmente non sarà facile, ma la motivazione a giocare e a divertirsi diventerà il vero propulsore nel sostenere questo processo.

3) Nominiamo le emozioni! Aiutare i bambini a nominare e riconoscere le proprie emozioni è un passo fondamentale per sostenerne il contenimento. In effetti, questo è uno dei compiti essenziali che spetta a  noi adulti e implica accompagnare i nostri bambini nella “digestione” delle proprie esperienze emotive per renderle più accessibili, meno infiammanti e dolorose.  Aiutiamoli a identificare i loro sentimenti usando parole semplici: “Posso immaginare come ti senti, sei arrabbiato con tuo fratello, perché non ti ha chiesto di prendere il secchiello con cui volevi giocare anche tu, ma te lo ha strappato dalle mani”. Avvicinarci all’esperienza del bambino con comprensione diminuisce l’intensità delle emozioni e permette di trovare nuove soluzioni.

4) Niente paragoni! Evitiamo di fare confronti tra fratelli e in generale con altri bambini. Il paragone implica un giudizio e genera pensieri di vendetta, gelosia e rabbia. Invece di dire “Perché non puoi giocare tranquillamente come tuo fratello?” possiamo fare delle considerazioni o delle domande sul comportamento che osserviamo: “Mi sto domandando se ci sia qualcosa che ti dà fastidio, ti vedo parecchio agitato, posso aiutarti?”

5) Riconosciamo le differenze! Vi sarà capitato di vedere bambini vestiti uguali o ai quali viene comprato la stessa cosa per “non fare differenze”. Questa è spesso una preoccupazione dei genitori che a mio avviso richiede una certa riflessione. Le differenze vanno fatte perché i vostri figli sono persone diverse! Ricordo un paziente che mi raccontava come la madre comprasse sempre una macchinina sia a lui che al fratello, proprio perché non voleva che litigassero, peccato che a lui le macchinine non interessavano e ne avrebbe fatto a meno senza nessun problema. Teniamo presente l’individualità dei nostri figli quando ci rapportiamo a loro!

6) Mai chiedere: “Chi ha cominciato?” . Primo perché la scena che ci si presenterà sarà quella di due indici puntati l’uno contro l’altro e due facce angeliche che all’unisono dichiarano “Lui”, “Lei”, secondo perché cadiamo nel cliché di trovare un colpevole all’interno di un litigio, quando quest’ultimo è sostanzialmente una dinamica in cui le cose sono scivolate di mano ad entrambi. Ricordiamo che vogliamo insegnar loro ad essere una squadra e a trovare accordi, non ad essere uno contro l’altro. Anche in questo caso può essere più utile commentare la situazione e intavolare una discussione su come risolvere la questione insieme.

7) Provate a cavarvela da voi! Incoraggiamo anche la loro capacità di risolvere autonomamente i litigi, diamo loro la nostra piena fiducia  perché crediamo che possano trovare una soluzione valida e positiva per entrambi.

8) Time out! Potrebbe succedere di accorgerci di aver affrettato il punto 7 e se ci rendiamo conto che l’unica strategia di soluzione del conflitto prevista è un round di pugilato in cucina… corriamo ai ripari! Suggeriamo di dividersi mentre ciascuno placa la propria rabbia. In questi casi, descriviamo la situazione: “Vedo due sorelle che sono in procinto di farsi male, è meglio che una vada in cucina e l’altra in sala. Quando sarete pronte per poter tornare a giocare di nuovo potrete tornare insieme”. Nel frattempo possiamo anche suggerire una corsetta liberatoria, qualche urlo silenzioso (quelli in cui si apre solo la bocca senza far uscire la voce), un balletto…

9) Stiamo insieme! Creiamo dei momenti in cui tutta la famiglia possa passare del tempo insieme facendo qualcosa di piacevole e che magari risulta più complesso organizzare durante il resto dell’anno. Può trattarsi di piccole cose: andare a fare una passeggiata dopo cena, mangiare un gelato, fare un gioco insieme! Sappiate che ciò che garantisce un legame più forte tra fratelli, anche da adulti, non è non aver avuto conflitti, ma avere ricordi di belle attività condivise!

10) Prendersi cura di sé. Questa è la regola più importante! Proviamo a riscoprire la nostra pratica ascoltando il nostro respiro anche pochi minuti al giorno, dedicando la nostra completa consapevolezza ad una attività (dalla doccia all’impastare la pizza fino ad un abbraccio!) e provando ad assaporare momento dopo momento ciò che il presente ci regala.

 

Infine,  non mi resta che augurarvi buone vacanze!

Ci risentiamo a settembre, come al solito per Crescere Mindful!

MINDFUL KIDS INCONTRO DI PRATICA MINDFULNESS E YOGA PER BAMBINI DAI 7 AGLI 11 ANNI

bambino free logo

Le vacanze estive sono appena iniziate e abbiamo più tempo per prenderci cura di noi, divertirci e scoprire qualcosa di nuovo!

Con MINDFUL KIDS potrai imparare come essere più concentrato, rilassato e scoprire come quando siamo più attenti le cose ci riescano meglio!

Praticando Mindfulness portiamo l’attenzione al momento presente, annaffiamo i nostri semi di gentilezza, immaginazione, gioia e impariamo come funziona la nostra mente!

Che aspetti, unisci a noi, per un incontro di:

MINDFULNESS, YOGA, STORYTELLING, CREATIVITA’!

Vi aspetto  giovedì 14 luglio dalle 16.00 alle 17.30 in via Casale, 21,

Lurate Caccivio (Co)

I POSTI SONO LIMITATI, PRENOTA PER IL TUO BAMBINO O LA TUA BAMBINA INVIANDO UNA MAIL A: manuela_pini@yahoo.it  o telefonando al numero 349.15.16.410

È necessario portare un cuscino

Gruppo per bambini dai 7 agli 11 anni. Costo 15 euro

Perché praticare mindfulness scuola? Benefici per studenti e insegnanti

Pratico mindfulness a scuola, attraverso progetti dedicati e nella mia stessa classe, da circa tre anni. L’introduzione della mindfulness a scuola, come ho spesso scritto nel mio sito, ha rivoluzionato completamente il mio lavoro di insegnante. La pratica crea una routine che ha come obiettivo centrale il prendersi cura: dedichiamo un momento per il benessere dell’intera classe e per seminare le qualità dell’ascolto, della gentilezza, della presenza. Sembrano finalità complesse, tanto che alcuni rimangono perplessi sulla possibilità di condividere la pratica con i bambini più piccoli, per esempio della prima classe della primaria. In realtà queste qualità fanno parte del nostro essere umani. La mindfulness è una capacità naturale di prestare attenzione con curiosità al momento presente senza giudicarlo; pertanto non esiste un momento specifico e adeguato per iniziare a condividerne l’esercizio con i più piccoli, certamente esistono modalità più adatte a seconda delle fasce d’età.

Credo che la scuola sia un luogo privilegiato in cui proporre questa esperienza, infatti, non sempre possiamo rispondere ai bisogni dei nostri alunni, ma tra questi ce n’è uno che non possiamo eludere, ossia la necessità di sperimentare relazioni aperte, interessate e amorevoli. La pratica sostiene questa intenzione allenando empatia, concentrazione e gentilezza. Una educazione ispirata alla mindfulness promuove l’ottimismo, migliora l’attenzione focalizzata e le funzioni esecutive (si tratta di un termine ombrello per definire le funzioni cognitive superiori che ci permettono di pianificare, trovare soluzioni ai problemi, organizzare, elaborare strategie. Queste aree cerebrali, inoltre, sono determinanti nella costituzione di una buona consapevolezza di sé, regolano il funzionamento del SNA, la regolazione emotiva e la capacità di rispondere invece di reagire impulsivamente), diminuisce i livelli di depressione e di aggressività, aiuta gli studenti a regolare lo stress e a calmarsi quando sono agitati, migliorando il loro controllo emotivo e i risultati scolastici. Un alunno che riesca a contenere le sue emozioni, infatti, riesce ad andare meglio anche a scuola.

Dall’altro lato, gli insegnanti che hanno partecipato ad un corso di mindfulness: hanno maggior senso di compassione per se stessi, mostrano inferiori livelli di stress e burnout, utilizzano più efficacemente le pratiche di insegnamento, mostrano un minore reattività e dimostrano migliore capacità nella gestione della classe. La pratica mindfulness suggerisce strumenti per migliorare la qualità dell’insegnamento e allena le capacità di flessibilità e resilienza che sono centrali per un buon insegnante. Del resto, le sempre più complesse richieste fatte ai docenti richiedono che essi stessi siano attrezzati per poter rispondere con efficacia all’ambiente scuola non solo a livello accademico, ma anche, e soprattutto, a livello emotivo e pedagogico.

A partire da queste considerazioni, nasce una nuova sfida per Crescere Mindful, perché dopo aver portato la pratica nelle classi, ho sentito il desiderio di condividere con i colleghi uno strumento efficace in grado di migliorare la nostra vita scolastica. Così, proprio ieri è partito nell’Istituto Comprensivo di Appiano Gentile “Mindful teachers”: un percorso pilota per i docenti, in cui praticheremo insieme per dedicarci uno spazio di benessere, potenziare le capacità di ascolto, cura e attenzione.  Nel primo incontro abbiamo sperimentato la potenza del respiro potendoci confrontare con un’attenzione curiosa e non giudicante.

Perché se davvero vogliamo lasciare una traccia attraverso la pratica… dobbiamo raccogliere sfide sempre più grandi! Grazie ai miei colleghi che non hanno esitato a starsene sul tappetino in compagnia del loro respiro!teachers

Silence please: tre strategie per riportare il silenzio in classe!

Ho trovato questa bella immagine sulla pagina Facebook di “Your Edu Action” una pagina molto carina che offre interessanti spunti a chiunque si occupi di educazione.

silenzio

È davvero un’immagine divertente non trovate? Eppure, specialmente all’inizio della mia carriera da insegnante, quando avevo solo 24 anni e faticavo a trovare le modalità vincenti per riportare la calma in classe, devo ammettere che ottenere un clima sereno e attento era uno dei principali crucci delle mie giornate. Gridare non mi è mai piaciuto, anche se non posso negare di averlo fatto, ma gli urlacci mi hanno sempre lasciato un senso di inadeguatezza, forse perché si traducevano in un silenzio poco duraturo e poco consapevole. In più mi tornava  alla mente l’immagine della mia maestra che, nei momenti topici, estraeva dalla fodera trasparente una squadra sbeccata e iniziava a picchiarla sonoramente sulla cattedra, facendoci spesso trasalire, mentre magari chiacchieravamo amabilmente dell’ultima puntata di Candy Candy, invece di ascoltare il procedimento per le divisioni a due cifre (ammettetelo avete anche voi ricordi simili e magari anche qualche incubo per le divisioni!).

Con la pratica della mindfulness ho rinnovato la mia didattica e identificato altri strumenti molto più efficaci della voce per riportare quella tranquillità sufficiente a proseguire con il lavoro. Sulla mia cattedra, al posto della squadra, c’è una amabile campanella che non è la campana tibetana, quest’ultima rimane sacra per il momento mindfulness ed è  un suono che scandisce una pausa davvero importante, ma una piccola campanella che a volte basta solo alzare per riportare la calma, mentre altre volte va strimpellata con vivacità. Inoltre, ho preso accordi con i miei bambini su come comportarci quando si sta superando il limite avvertendoli  riguardo ai segnali che userò per riportare il silenzio. Ve ne descrivo qualcuno.

  1. SPEGNERE LA LUCE. Spesso spengo la luce perché fare riferimento ad un senso alternativo alla vista richiama velocemente i bambini al ricomporsi, l’obiettivo infatti non può e non deve essere soltanto ottenere il silenzio, ma accorgersi di quanto stia accadendo in classe e autoregolarsi.
  2. CLAP CLAP. Altre volte, propongo il gioco del Clap Clap. Improvviso un ritmo con il battito delle mani e ci attiviamo in una partita di imitazione di ritmi o gesti e questo non solo ricentra i bambini in classe, ma permette anche di condividere un momento di gioco e ricarica attraverso il movimento.
  3. CANTA CHE TI PASSA. Quando c’è un chiacchiericcio durante attività di esercitazione o coloritura, intono una canzone che ci piace e tutti partecipano alla melodia. Così quando la canzone si conclude sappiamo già che obiettivo ci stiamo per dare.

Credo che le alternative siano molteplici e ognuno potrà trovare quelle che ritiene più appropriate per sé e i propri bambini sperimentando. L’attesa sterile non sempre ci premia e per evitare di finire come lo scheletro dell’immagine… aiutiamo i nostri bambini a contenere i loro comportamenti e diventiamo consapevoli delle emozioni che ci invadono quando ci sembra che la classe ci sia sfuggita, perché così facendo ci diamo e diamo loro degli strumenti di consapevolezza e benessere. Certamente gran parte del lavoro spetta a noi adulti e la pratica personale ci aiuta a riconoscere i meccanismi automatici e quali reazioni siamo soliti mettere in campo a fronte di situazioni difficili e faticose.

La strategia con la S maiuscola, insomma, è la nostra pratica personale perché coltivando la nostra consapevolezza anche il clima della classe ne troverà giovamento.

Didattica mindful

Da tre anni propongo in Scuole Primarie della provincia di Como il Momento Mindfulness. Si tratta di un percorso di pratica mindfulness in classe in cui scoprire con la freschezza dei bambini il momento presente, il respiro, la gentilezza e la generosità, come funziona la mente e quali strumenti abbiamo per stare meglio con noi e gli altri.

Un’esperienza arricchente e divertente che ha già coinvolto più di 200 bambini!

Questo progetto ha modificato anche la mia attività di insegnante di classe. Ho iniziato, infatti, a coinvolgere i miei alunni in momenti di pratica prima di avviare la lezione, creando una routine che ci aiuta a dare forza alla nostra concentrazione, ci calma e ci permette anche di confrontarci per sapere come stiamo.

Da settembre, però, mi sono data una nuova sfida, cercare di approntare una didattica orientata alla mindfulness e per comodità la definirei la pratica informale di quelle classi che già abitualmente si siedono ferme e immobili come dei ranocchi alla ricerca di un respiro, di un rumore, di una sensazione.

Si tratta di un bel viaggio che regala spunti interessanti: affrontare i cinque sensi in scienze con questa prospettiva, per esempio, ci ha concesso di divertirci con la tombola degli odori o di osservare come le espressioni facciali siano una bussola per capire le emozioni. Ugualmente, si possono esplorare gli indicatori spaziali in geografia con il movimento consapevole e in storia si può parlare di quanto accade nel mondo innaffiando la nostra gentilezza.

Per stare bene in classe è necessario dedicare del tempo alla costruzione di un clima di comunità e di partecipazione. Ciò che ci sembra una perdita di tempo, è in realtà il momento in cui Educhiamo, perché le conoscenze sono poca cosa se non vengono affiancate da un “saper essere”.  In questi momenti, magari generiamo un po’ di eccitazione e confusione in classe, qualche risata e urlo in più… bene! si tratta di entusiamo! Se non siamo noi stessi a mostrare la passione per quello che insegniamo, magari proponendo attività diverse dal solito, come possiamo pretendere che i nostri alunni siano interessati e attenti? Non esistono apprendimenti senza relazione e spetta a noi adulti favorire e alimentare relazioni di fiducia e scambio che sono la base per costruire un mondo migliore, perché davanti a noi, seduti al proprio posto con gli occhi vispi puntati su di noi, pieni di attesa e curiosità, ci sono i cittadini di domani.

Buon lavoro!

Emozioniamoci! Con la vista osservo e riconosco le espressioni facciali degli altri. Condivido la loro gioia o li sostengo se son tristi

Emozioniamoci! Con la vista osservo e riconosco le espressioni facciali degli altri. Condivido la loro gioia o li sostengo se son tristi

Momento Mindfulness – Adulti –

Crescere Mindful amplia le sue proposte con il:

MOMENTO MINDFULNESS – ADULTI –

Un percorso per praticare in gruppo, con incontri settimanali di un’ora per 6 settimane.

Impareremo insieme la pratica della mindfulness e come portarla nella quotidianità per stare meglio, apprezzare la vita e scoprire la ricchezza di ogni momento!

Durante le 6 settimane esploreremo la consapevolezza del respiro, del corpo, faremo amicizia con le nostre emozioni, coltiveremo un cuore consapevole e osserveremo anche con gentilezza amorevole il nostro modo di stare nelle relazioni.

Momento Mindfulness – adulti- si terrà a Lurate Caccivio (Co), Via Casale 21 con il seguente calendario:

13, 20, 27 marzo

3, 10, 17 aprile

Orari possibili: 15.00-16.00 o 17.00-18.00.

Per info più dettagliate inviate una mail a manuela_pini@yahoo.it o telefonatemi al 349.15.16.410. Il progetto avrà avvio al raggiungimento di un numero minimo di 4 partecipanti.